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Il Presidente Maffei scrive alle Associazioni venatorie Riconosciute per sbloccare il processo unitario

Arci Caccia lavora per l’unità. Fidc ed Enalcaccia non buttino la palla in tribuna

La Presidenza Nazionale ARCI Caccia ha affrontato le problematiche relative alle difficoltà emerse nei passaggi dell’iter unitario concordato nella riunione del 3 novembre tra le Associazioni venatorie riconosciute e alla presenza dei rappresentanti del CNCN. In via preliminare l’ente di rappresentanza dei produttori di armi sportive riteneva di non procedere nella discussione sull’unità e proponeva di trattare questioni relative al referendum sull’abolizione della legge sulla caccia. Il referendum è all’analisi della “Cassazione” e molte criticità sulla raccolta delle firme sono state riportate dai media. I partecipanti hanno concordato di entrare nel merito dei rapporti unitari per superare la
formulazione di “Cabina di Regia” e assumere in prospettiva rappresentanza unitaria così da strutturarsi tramite lo Statuto di un Ente, una Federazione o Confederazione. Si decideva di dare corso tra le Associazioni venatorie nazionali riconosciute dalla legge, al confronto per scrivere e condividere l’atto e le regole costitutive. Nella stessa riunione si era decisa la Commissione per la elaborazione dello Statuto che
dopo la comunicazione della associazioni risulta così composta:
• Massimo Buconi – FIdC (in attesa di eventuale nomina di un delegato)
• Avv. Romeo Trotta – ANLC
• Avv. Giuseppe De Bartolomeo – ARCI Caccia
• Avv. Fabrizio Carlesino – Italcaccia
• Avv. Fausto Buongiorni – EPS
Non è ancora pervenuto il nominativo dell’Enalcaccia e dell’ANUU che aveva formalizzato la sua adesione. Per il CNCN, il dott. Pietrafesa comunicava che pur non complete le rappresentanze pervenute si poteva procedere alla convocazione della commissione in presenza o da remoto, in attesa degli altri nominativi.
L’ARCI Caccia, il 17 novembre 2021, a firma del Vice Presidente Nazionale, Giuseppe De Bartolomeo ha chiesto di individuare la data per un incontro e nel contempo ha sollecitato il reciproco scambio di documenti per predisporre le proposte. L’ARCI Caccia ha indicato nella comunicazione anche una data di possibile conclusione del lavoro, il 15 dicembre 2021, per avere il tempo per le deliberazioni collegiali delle associazioni, che volevano costituire il nuovo “sistema” unitario del mondo venatorio italiano.
Dopo tale comunicazione la FIdC e l’Enalcaccia hanno chiesto incomprensibilmente di rinviare e rivedere la decisione rimandando ad un nuovo incontro. Conseguentemente l’EPS si è sospesa dalle riunioni della cosiddetta, “Cabina di Regia”.
Sull’argomento è tornato pubblicamente il Presidente della FIdC Buconi, per dichiarare la totale contrarietà di FIdC all’Associazione unica.
La Presidenza ha preso atto della decisione, ma il tema non era nelle richieste al tavolo di confronto. L’Associazione unica è nei suggerimenti delle articolazioni della FIdC Toscana. L’ARCI Caccia conferma al Presidente Buconi che la prospettiva attuale non è l’Associazione unica.
Lavoriamo a una federazione o Confederazione. Abbiamo proposto alle altre Associazioni uno Statuto, per quanto datato. Una base che in passato funzionò per l’Unione Nazionale e nelle Regioni. Qualsivoglia modello di ENTE di secondo grado, può essere all’ordine del giorno.
È nostra preoccupazione che i problemi non rappresentati in modo chiaro al corpo sociale diffuso possono creare intralcio alla tutela degli interessi dei cacciatori. Le regole di vita democratica delle associazioni sono altre da logiche chiuse di vertice e di consigli di amministrazione ristretti nei quali si rischia di chiudersi. Stiamo raccomandando l’esigenza di dare ascolto alle domande di unità di donne e uomini che amano la caccia. Un percorso in cui hanno il diritto di essere pienamente coinvolte le Comunità locali, i soci che rappresentiamo e che, già convivono in ATC e CA, nelle “squadre” del cinghiale, nelle attività sportive, queste ultime, per il tiro, positivamente in via di unificazione nel CONI. Le Associazioni sono tali per legge e riconoscimento giuridico, non possono eludere il ruolo attivo partecipato dei soci. Il riferimento primario è il volontariato, non si possono ridurre a “utenti” a consumatori di assicurazioni, i soci come talvolta potrebbe apparire.
L’ARCI Caccia i “suoi intenti” li ha discussi e approvati, nel percorso congressuale con il coinvolgimento di un’ampia base sociale. Siamo pronti al confronto che si riterrà più opportuno, per fare presto e bene. Crediamo nella “dialettica” per maturare un pensiero forte insieme e contaminare la società, magari in un contenitore associativo nuovo democraticamente organizzato. Iniziamo anche con impostare prospettive e statuti nelle regioni. Più partecipazione, permetterà di avere più e migliori punti qualificanti le finalità statutarie nonché l’organizzazione dei nuovi gruppi dirigenti unitari nazionali e locali. La difficoltà incontrata dall’iter del percorso referendario abrogativo della legge 157/92 sono attenzionate e non siano alibi, come nel passato, per rinnegare la speranza di unione, cui anelano i cacciatori. Usciamo dall’assedio “alla caccia”. E’ tempo di rompere gli indugi e mettere al centro dell’iniziativa il rapporto con la Società civile e con i portatori d’interesse per tutelare, la caccia sociale, popolare e senza equivoci. È ancora possibile l’integrazione delle “forze” dell’associazionismo con la programmazione degli Enti di Gestione ambientale e faunistica, ATC, CA, Istituti privati. Se sostenuti e sollecitati ad evolvere nei loro compiti possono assumere di fronte agli italiani, la responsabilità della salvaguardia della biodiversità, in collaborazione con i Parchi. Il territorio agro-silvo-pastorale sarà il “campo” della nostra proposta di gestione della fauna selvatica. E i cittadini potranno valutare il lavoro svolto. Riteniamo che da qui si possa partire per individuare tanti contenuti comuni. Qualcuno pensa diversamente? Lo scriva, discutiamone apertamente. Non serve l’ipocrisia nei rapporti, che è un male che pagano i cacciatori, come la storia ha dimostrato.
Proponiamo alle Associazioni venatorie nazionali di incontrarsi, e ci rivolgiamo anche all’EPS affinché riveda la sua “sospensione” dal confronto. Autoconvochiamoci, proponiamo una data e già presidenze delle Associazioni e rappresentanti della Commissione Statuto, scrivano e facciamo conoscere le ipotesi da divulgare. Nel Consiglio Nazionale, previsto per il prossimo 18 dicembre l’ARCI Caccia promuoverà una campagna di ascolto aperta ai cacciatori, senza differenza di tessere d’appartenenza per raccogliere contributi, idee, disponibilità, invitandoli ad essere parte dirigente della rinascita delle Associazioni nonché a dare valore e forza al cambiamento delle politiche degli Enti che vorranno governare la biodiversità. Chi vuole contrastare la riaggregazione lo dica. I cacciatori sono più avanti nella volontà di ritrovarsi, rispetto agli ingiustificati ritardi di cui si fanno promotori i delegati alle tessere assicurative. Cercare soluzioni condivise, anche localmente, è un imperativo non eludibile.
Se ci sono altre problematiche che offuscano l’unità, diciamole. È necessario che tutti possano farsi un idea chiara delle forze in campo.
Le Associazioni hanno il “fiato corto” per la propaganda, la pubblicità talvolta ingannevole cui sono stati sottoposti i cacciatori, dalla politica con “farse” di compiacenza inconcludente e finalizzata ai soli loro interessi elettorali.
Non è più tempo di “bla, bla bla”, ma di scienza e conoscenze ufficiali, che supportino l’attività volta alla tutela di quella parte di “creato” che dobbiamo rivendicare di avere in “affidamento” dallo Stato, nell’interesse, diciamo orgogliosamente, delle future generazioni.
Se lavoriamo bene, a gennaio si potranno convocare le delegazioni nazionali e quelle nelle regioni per deliberare gli statuti, gli eletti, le responsabilità. A giugno gli Stati Generali. L’ARCI Caccia, con i suoi volontari, rifuggendo alla “routine dell’oblio” sceglie l’offensiva.
Sarebbe più comodo, meno faticoso, rinchiuderci, non decidere, galleggiare. Chi ama la caccia non può permetterselo, e noi anche generazionalmente contrastiamo chi vuole ridurci a interpreti dell’oblio. Abbiamo una storia, e i fatti lo hanno dimostrato, noi siamo quelli che cercano di stare un passo avanti e aiutare ad indicare la strada ai tanti valorosi costruttori che spendono gratuitamente le loro energie per la caccia: è stato così per la legge in essere, con la riforma del CONI e con i referendum, da chiunque fossero stati promossi. La fatica disinteressata ci è stata lasciata in eredità dal Fondatore di ARCI Caccia, Carlo Fermariello, e noi, che del futuro e del rinnovamento ci alimentiamo, non sfuggiremo a questo che può essere un comune comandamento.

In attesa di riscontro cordiali saluti
Christian Maffei

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