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Progetto Riserve Coldiretti: Arci Caccia scrive al Sole24ore

Gentile dott. Tamburini, Gentile dott. Dell’Orefice,

grazie ad un articolo di sabato 2 luglio, firmato dal Dott. Giorgio dell’Orefice, abbiamo appreso dell’alleanza tra Coldiretti e Fondazione UNA per lo sviluppo delle riserve agrovenatorie (aziende per l’abbattimento di fauna selvatica allevata). Uno scoop per le Associazioni venatorie aderenti alla Fondazione!

La trasparenza che contraddistingue l’operato del vostro giornale, ha consentito di scoprire scelte secretate, se vere, perché mai il Consiglio di Fondazione UNA ne aveva discusso. Mai, i rappresentanti del CNCN hanno avuto la sensibilità di proferire parole in merito. Nel Consiglio di cui mi onoro di far parte e neppure nel Comitato Scientifico è mai stata messa all’ordine del giorno una discussione e tanto meno una deliberazione per collaborare alla preparazione del progetto o a determinare un’alleanza per le “Riserve”, con Coldiretti.

Non dubitiamo che le fonti delle informazioni saranno state oggetto di verifica. Il Presidente del CNCN, on. Maurizio Zipponi, grazie all’incarico ricevuto dai Produttori di Armi e Munizioni, e Presidente di Fondazione UNA, aveva consapevolezza delle proposte? Solo dopo l’intervista pubblicata ha comunicato ai componenti del Direttivo…ma ha perso, anche con la nota interna, un’occasione per contestare, nel merito, i contenuti dell’intervista alla Coldiretti, salvo che le sue valutazioni siano personali o degli “Armieri”.

Il Presidente, onorevole Maurizio Zipponi, Presidente di Fondazione UNA e del Comitato Nazionale Caccia e Natura (rappresentante delle Aziende che producono armi sportive e munizioni) nonché membro del Comitato Scientifico dell’osservatorio sulle criminalità, Senior Advisor per Intesa San Paolo sull’ex Ilva, oggi acciaierie italiane, ha esperienza, ha competenze per rispondere degli “spazi”, affidati a lui dallo Statuto della Fondazione UNA, Ente di Terzo Settore? Non lui ma i Presidenti delle Associazioni Venatorie Nazionali riconosciute dalla legge, sono rappresentanti dei circa trecentomila cacciatori aderenti e sono tenuti a rispondere ai soci.

Le Associazioni venatorie, non solo la nostra, ma anche FIdC ed Enalcaccia, a quanto comunicatomi, sono estranee e inconsapevoli del “Progetto Riserve”. Un grave, volontario errore di metodo, non avendo avuto dalla “comunità” di UNA alcun mandato a rappresentare la “vocazione” di sviluppare tour “turistico-venatori” nelle Riserve. Dubitiamo che la Fondazione UNA – Ente no-profit – possa avere l’ambizione di promuovere attività di interesse per le agenzie turistico-venatorie e dei profitti che queste possono realizzare legittimamente.

Ricerca scientifica ufficiale, tutela delle colture agricole, mitigazione dei danni da fauna selvatica non c’entrano molto con le attività commerciali delle riserve per la fauna allevata e per la sua “vendita giornaliera”.

ARCI Caccia è per tornare al vero e all’importante; la gestione della fauna selvatica è in capo agli ATC e ai CA laddove sono rappresentate le Associazioni venatorie, gli ambientalisti, gli agricoltori tutti senza discriminazione di appartenenza ad organizzazioni. Noi siamo e saremo interlocutori di tutti. Abbiamo a cuore gli interessi ambientali che curano gli agricoltori con passione e non le tessere di appartenenza.

Noi lavoriamo per unire i cacciatori, gli agricoltori e il mondo ambientalista e contrastiamo quanti vogliono sabotare questa prospettiva privilegiando esclusivi sfruttamenti “intensivi” della fauna e dei cacciatori. Stupisce che uomini della “Beretta” abbiano scelto di concorrere ad azioni che facilitano la divisone delle organizzazioni agricole, di quelle venatorie abbandonando la priorità della trasversalità delle relazioni. L’isolamento del cacciatore, la sua marginalizzazione sono un problema non risolto e i comportamenti che escludono sterilizzano e riducono operazioni, che se non inserite in una strategia culturale e politica appaiono di facciata. Siano la pulizia dei boschi o l’uso parsimonioso e la valorizzazione delle qualità delle carni selvatiche in filiera diretta con i territori, ove prelevati.

Il Presidente, on Zipponi sconfessi rapidamente l’inconsistenza della partecipazione della Fondazione alla proposta  così come rappresentata al dott. Giorgio dell’Orefice oppure si dimetta  da Fondazione UNA o licenzi dalla stessa coloro che hanno collaborato senza autorizzazione del Direttivo. Se hanno operato per conto dell’Ente dal quale dipendono, non chiamiamo in causa impropriamente “UNA”.

Le Associazioni venatorie all’oscuro della proposta, come riferitomi dai Presidenti, abbiano parole di sconfessione pubblica della priorità della caccia commerciale e a pagamento.

Certi che la coerenza e la trasparenza sono “valori” comuni non sindacabili per nessuno, indipendentemente da dove si parla o si scrive, porgiamo cordiali saluti

Christian Maffei

Presidente Nazionale Arci Caccia

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