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Lombardia: Arci Caccia Brescia fa il punto sulle novità di questa stagione prima dell’apertura

La prossima stagione venatoria si presenta con numerose novità che interessano, più o meno direttamente, gran parte dei cacciatori bresciani: vediamo di riassumerle brevemente.
Valichi montani interdetti alla caccia
È utile ricordare che, la legge 11 febbraio 1992 n. 157 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio” ed in particolare l’articolo 21 comma 3, stabilisce che “La caccia è vietata su tutti i valichi montani interessati dalle rotte di migrazione dell’avifauna, per una distanza di mille metri dagli stessi”.
Regione Lombardia, a seguito di numerosi ricorsi presentati da Lac dal lontano 2007, e delle ultime sentenze del Consiglio di Stato e del Tar Milano, ha dovuto approvare un provvedimento, che istituisce quattro nuovi valichi.
Si tratta di: – Valico di Capovalle (Brescia)
– Passada (Bergamo/Lecco)
– Passo della Crocetta (Bergamo)
– Passo del Giovà (Pavia)
La prima conseguenza è che i capanni che insistono nell’area di questi valichi dovranno essere rimossi prima dell’inizio della stagione venatoria, la norma prevede poi che i titolari delle autorizzazioni potranno impiantare i medesimi appostamenti in altra zona, la seconda è che, in un raggio di 1.000 metri dagli stessi, sarà vietato svolgere qualsiasi attività venatoria.
In Lombardia, i valichi censiti sono complessivamente 24, rappresentano certamente un record tra le regioni, come se il nostro territorio fosse il principale snodo delle migrazioni italiane, fatto che non sembrerebbe proprio avere un fondamento scientifico e razionale!
Detenzione ed uso dei richiami vivi per la caccia da appostamento
Nella seduta di fine luglio del Consiglio Regionale è stata approvata, non senza polemiche, la modifica all’articolo 26 della legge regionale 16 agosto 1993, che ridefinisce le modalità di identificazione degli uccelli da richiamo. È utile sottolineare un aspetto molto importante, contenuto nell’articolo:
“A decorrere dalla stagione venatoria 2023/2024 l’anello, o la fascetta in plastica, rilasciato dalla Regione Lombardia e dalla Provincia di Sondrio per il relativo territorio, è il solo ad avere valore legale per la legittima detenzione ed utilizzazione venatoria dei richiami vivi. Fino al rilascio del nuovo contrassegno, di cui al presente comma, per la legittima detenzione e l’utilizzo venatorio dei richiami fa fede il contrassegno inamovibile già apposto al tarso degli uccelli”.
Perché questa nuova modalità possa essere applicata è necessario che, gli uffici dell’Assessorato Regionale preposti emettano uno specifico regolamento (e non si tratterà di una cosa semplice!), quindi, è ragionevole ipotizzare che, per la stagione in corso, nulla cambierà rispetto agli scorsi anni. In sostanza, eventuali controlli effettuati dagli organi di vigilanza, saranno effettuati sugli attuali anellini inamovibili e non manomessi apposti ai tarsi dei nostri richiami.
Si raccomanda, in caso di contestazione, di compilare la parte del verbale in cui inserire le proprie osservazioni, soprattutto se si ritiene di aver subito un controllo irregolare, osservazioni che saranno debitamente valutate in sede giudiziale, anche in via preliminare.
È possibile provvedere ad una certificazione dimensionale degli anellini, fatta da un ente terzo con una strumentazione micrometrica, si tratta di AQM di Provaglio d’Iseo con cui Arci Caccia Brescia ha una convenzione. La certificazione non ci mette al riparo da eventuali contestazioni ma, quanto meno, rappresenta un documento di riferimento utilizzabile in sede giudiziale, considerato che, in caso di sequestro, quasi sempre i richiami scompaiono nel nulla e non possono essere sottoposti a verifica. Ricordo che chi fosse interessato a detta certificazione può rivolgersi per informazioni al Presidente Provinciale Adriano Pizzini.
Banca dati regionale richiami vivi
Dallo scorso anno, a seguito della sentenza del Consiglio di Stato, è tornata ad essere operativa la Banca Dati degli uccelli da richiamo di Regione Lombardia, in cui i detentori sono tenuti a registrare gli uccelli utilizzati a fini venatori. Si sottolinea l’importanza di inserire i dati richiesti, anche perché non è da escludere che, nel prossimo futuro, questa stessa Banca Dati possa essere un concreto riferimento per il rilascio dei nuovi anellini / fascette definiti dall’articolo di legge sopra esposto. Si ricorda che l’accesso alla Banca Dati deve essere effettuato dal singolo cacciatore in possesso di Spid (identità digitale), oppure attraverso un delegato della propria associazione venatoria: checché se ne dica, non è nulla di complicato, la compilazione dei campi non richiede più di 5 minuti.
Utilizzo munizioni in piombo applicazione norme europee
Ultima novità di quest’ anno riguarda l’uso delle munizioni atossiche nelle zone umide. Con circolare n. 72 del 9 febbraio 2023 dei ministri dell’ Ambiente e dell’ Agricoltura sono stati definiti i criteri, con cui ottemperare alla direttiva europea 2021/57 del 21 gennaio 2021. Ad oggi i cacciatori italiani non conoscono con certezza i siti dove si applicano queste disposizioni. Chiederemo a Regione Lombardia un chiarimento e l’elenco delle aree interessate alle restrizioni.
Tesseramento 2023/24 Arci Caccia
Per molti rinnovare l’iscrizione all’associazione venatoria è quasi un fatto automatico, oppure un’opzione legata a tradizioni, amicizie o ad offerte particolari: di fatto quasi tutte le assicurazioni proposte dalle varie sigle più o meno si equivalgono, Arci Caccia può affermare di non aver ritoccato le quote a parità di coperture. Per chi invece vive la tessera associativa in maniera responsabile, la scelta dovrebbe basarsi su una semplice domanda: cosa fa la mia associazione per la caccia?
Nel panorama delle associazioni Arci Caccia è sostanzialmente diversa dalle altre; infatti, fonda la propria attività su un principio cardine: la partecipazione di tutta la dirigenza è a titolo completamente gratuito, nessuno, a partire dal Presidente Nazionale, Christian Maffei, del Presidente Regionale lombardo Ivan Moretti e del Presidente Provinciale Adriano Pizzini, percepisce alcuna remunerazione, ogni ruolo è di tipo volontaristico.
Arci Caccia fa parte delle associazioni riconosciute a livello nazionale, ha delegazioni in tutte le regioni, ha un ruolo ben preciso perché gli obiettivi che si prefigge di ottenere sono la tutela dell’attività venatoria per tutti, rifiutando la caccia privatistica, sostiene la legge quadro 157/92, che ritiene debba essere il principale riferimento nella stesura dei calendari venatori, ed in più si vorrebbe:
– rilanciare il ruolo degli ATC affinché si favorisca la produzione di selvaggina di qualità
– che il cacciatore non debba essere un professionista, ma un cittadino preparato ed impegnato che si mette a disposizione della collettività nella gestione delle emergenze sanitarie e ambientali
Arci Caccia non vive di proclami o di sterili polemiche piuttosto di proposte.
È consapevole che, senza per questo rinunciare alla propria identità, questo sarebbe il momento per presentare un fronte unico del mondo venatorio per avere un peso maggiore nelle scelte e nelle sfide che quotidianamente si devono affrontare; purtroppo, vari solleciti sono sempre caduti nel vuoto.
Arci Caccia Lombardia partecipa attivamente con proposte ragionate e concrete, che facilitino le scelte di Regione, le condivide con le altre associazioni per avere un percorso comune (sebbene molto spesso non ottenga neppure un cenno di riscontro), come nel caso dei Valichi, oppure della Banca Dati e da ultimo gli anellini/fascette per gli uccelli da richiamo. Fatto strano questo perché nelle trasmissioni televisive si sente spesso citare dagli intervenuti il termine “condividere”, che viene regolarmente dimenticato il giorno successivo!
Arci Caccia offre partecipazione, assistenza, trasparenza, obiettività e coerenza a difesa della caccia sociale (di tutta la caccia).
Procedura di infrazione da parte della comunità europea
lo scorso 27 luglio è giunta una richiesta di chiarimenti propedeutica all’apertura di una procedura di infrazione sui seguenti temi:
– Applicazione del Regolamento Europeo 57/2021 sull’uso del piombo nelle zone umide;
– Attuazione del Piano di Azione di contrasto al Bracconaggio;
– Abbattimento di specie di uccelli senza l’approvazione di un Piano di Gestione e abbattimento di altre specie durante il ripasso;
– L’uso di elicotteri per il recupero di capi abbattuti nelle aree protette del Piemonte;
È chiaro che gli argomenti sono di primaria importanza per il mondo venatorio e che seguiremo con attenzione l’evolversi della situazione. Ma è palese che le risposte a Bruxelles le deve dare il Governo, non i cacciatori, anzi, il protagonismo di una parte del mondo venatorio in queste procedure, rischia di indebolire la posizione delle Istituzioni Italiane, che hanno strumenti politici e tecnici per dare, per ora, le spiegazioni necessarie. Guai a spostare l’asse del confronto da Governo – Commissione Europea a Cacciatori – Commissione Europea, esacerbando uno scontro che non fa bene a nessuno come si rischia di fare inviando alle Regioni documenti per insegnargli a fare il loro lavoro. Riteniamo che non sia il caso di fare propaganda inutile su tematiche così delicate, il cui esito può determinare il futuro assetto della caccia in Italia. Auspichiamo, invece, che si possa sfruttare l’occasione per fare, una volta per tutte, chiarezza, a livello comunitario, su una palese anomalia che riguarda l’Italia e gli altri Paesi confinanti: le date di inizio della migrazione prenuziale (key concepts). Una situazione, quella attuale, che sarà anche formalmente corretta, ma che dal punto di vista sostanziale è palesemente incoerente e irragionevole, soprattutto anche nell’interesse della conservazione delle specie migratrici oggetto di prelievo venatorio.
Calendario venatorio 2023/24
Il calendario redatto da Regione Lombardia si può definire soddisfacente, perché in massima parte si rifà ai principi della legge quadro 157/92 ed argomenta adeguatamente le scelte che si discostano dal parere Ispra. Non si può affermare che, per quanto ben fatto, supererà indenne eventuali ricorsi, che i soliti noti potrebbero presentare, ma certamente si tratta di un lavoro solido, che, se analizzato non superficialmente, potrebbe dare al giudice elementi per rigettare le solite teorie strumentali presentate dai nostri antagonisti.
Cerchiamo nonostante le difficoltà di rimanere ottimisti, che è pur sempre una caratteristica che ci contraddistingue.
A tutti i cacciatori bresciani l’augurio che la prossima stagione venatoria porti albe serene e proficue

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