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Lazio: il Presidente Regionale Pilli interviene sul calendario venatorio

Dichiarazione di Giuseppe Pilli, Presidente Regionale dell’ARCI Caccia del Lazio

 

Dalla lettura del decreto del Presidente Zingaretti firmato ieri l’altro sembra di capire che quest’anno i cacciatori laziali non potranno avere la cosiddetta preapertura, e cioè anche quella già limitatissima facoltà concessa dalla normativa generale di anticipo dell’esercizio venatorio, in particolare rivolto  alla tortora.

Diversamente da come auspicato e lasciato intendere in sede di consultazione preventiva col mondo venatorio di uniformarsi con le regioni limitrofe in materia per periodi e specie, il Lazio pare andare in tutt’altra direzione, tornando indietro da una pratica ormai consolidata da anni e per la quale non sussistono nuove ragioni di ripensamento, né tecniche né ambientali

Dal decreto, senza motivazioni esplicite e senza interlocuzioni con gli organismi di consultazione regionale e tantomeno con le AAVV, invece largamente rincorse in campagna elettorale, è sparito infatti lo specifico allegato.

Per ora si lasciano parlare i fatti e sembrano abbastanza chiari nel limitare senza ragioni l’attività venatoria.

O dobbiamo pensare che una semplice opinione del nuovo Ministro dell’Ambiente faccia legge?

Toscana ed Umbria, solo per citare le regioni più vicine e con le quali sarebbe non solo utile ma necessario concordare in materia le normative, hanno già tranquillamente deliberato per la preapertura e garantito per tempo ai cacciatori interessati certezza sul come poter affrontare l’imminente stagione venatoria.

Forse i precari equilibri di consiglio non consentono a Zingaretti di fare quello che ha sempre fatto, anzi di migliorarlo come s’era auspicato, uniformando le date e allargando anche alla specie affine colombaccio la preapertura, sempre in sintonia con le regioni limitrofe?

O dobbiamo pensare che lo sforzo programmatorio e gestionale che sta affrontando l’Assessorato Regionale nel quale l’Agricoltura e l’Ambiente sono unificati si limiti a riproporre una Delibera di Giunta che norma l’assetto degli ATC obbligando entro il 2018 a comprimere i componenti nei Comitati di Gestione riducendoli obbligatoriamente a 10 impedendo di fatto la rappresentanza delle Associazioni Venatorie e la partecipazione democratica?.

Sarebbe quindi il caso che chi di dovere chiarisca la situazione e non si faccia finta che la questione non esiste. O nemmeno il rispetto meritiamo?

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