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Calendario venatorio Marche. Arcicaccia risponde a Federcaccia, Liberacaccia, Enalcaccia, Anuu Migratoristi

GLI STUDI SONO QUELLI DA VOI PROPOSTI E UTILIZZATI PER IL CALENDARIO DELL’EMILIA ROMAGNA 2023/2024? BENE, IL RISULTATO E’ STATO CHE I MIGRATORISTI HANNO DOVUTO APPENDERE IL FUCILE AL CHIODO IL 31 DICEMBRE. LA RISPOSTA ALLA VOSTRA DOMANDA QUINDI E’: «Sì, ARCICACCIA STA DI SICURO CON I CACCIATORI». E VOI? SIETE PIÙ INTERESSATI ALLA POLTRONA O AL DESTINO DELLE CACCIA?

Dalla lettura del comunicato congiunto firmato dalle presidenze regionali di Federcaccia, Liberacaccia, Enalcaccia, Anuu Migratoristi a commento della lettera aperta di Arcicaccia Marche, diffusa dopo la discussione sulla proposta di calendario venatorio regionale 2024-2025, apprendiamo che la richiesta di Arcicaccia agli uffici di presidenza delle Av regionali di prendersi la responsabilità di dimettersi a fronte di conseguenze negative sulla prossima stagione di caccia derivanti dalle loro scelte è stata completamente ignorata.
La domanda questa volta la fa Arcicaccia: «Siete più interessati alle “poltrone” o al destino della caccia nelle Marche?»
A scanso di equivoci lo ribadiamo una seconda volta: a dimostrazione della serietà con cui Arcicaccia Marche porta avanti le sue idee, il presidente regionale Gabriele Sperandio (cacciatore prevalentemente migratorista per inciso) si dimetterà dall’incarico qualora il “vostro” calendario non subirà alcuna limitazione di fronte a sentenze motivate del Tar o del Consiglio di Stato.
Per essere oltremodo chiari, e prima di tutto con i cacciatori, precisiamo anche che Arcicaccia, a differenza di altre associazioni, non prevede alcuna retribuzione per nessun incarico associativo (inclusa la presidenza nazionale) e tantomeno paga tecnici per produrre studi, spesso condizionati da un pensiero lontano dalla realtà, con l’obiettivo di voler a tutti i costi smentire sistematicamente i dati forniti dall’Istitituto scientifico nazionale (Ispra) e dalla comunità scientifica internazionale, con il conseguente scollamento e peggioramento dei rapporti con tutte le parti sociali.
Senza mai avere avuto un ritorno economico, Arcicaccia e il suo comitato scientifico, fedeli alle idee che ispirano l’associazione e impegnandosi quotidianamente a titolo volontario, lottano semplicemente per costruire rapporti utili per la caccia, nell’interesse dei cacciatori, dell’attività venatoria e della biodiversità.
Volete portare, anche nelle Marche, a supporto delle vostre proposte di calendario gli stessi “studi scientifici” utilizzati per motivare il calendario venatorio dell’Emilia Romagna dello scorso anno? Perché, allora, non informate i cacciatori che in quella regione, così come in altre, pur spendendo le
vostre tanto acclamate motivazioni scientifiche i cacciatori migratoristi hanno dovuto pulire i fucili il 31 dicembre? Volete riproporre lo stesso film ai cacciatori marchigiani?
Arcicaccia non sostiene, come invece viene spesso detto, che le restrizioni imposte dalla Direttiva Uccelli e dai Key concepts non siano eccessivamente prudenziali, ma quelle sono e, al netto di tutto, fin quando non verranno aggiornate, vanno rispettate per cercare di evitare blocchi o limitazioni al calendario e consentire ai cacciatori di esercitare la loro passione senza intoppi fino all’ultimo giorno possibile. Il tema si risolve in Europa, non nelle Marche. Il calendario venatorio non può essere appeso alla speranza di un “non ricorso” o di una sentenza amministrativa favorevole. Nel corso della prossima stagione venatoria (2024/2025), solo per fare un esempio, la beccaccia si sarebbe potuta cacciare fino al 20 gennaio senza alcun rischio di chiusura anticipata, in virtù dei monitoraggi organizzati e condotti negli ultimi due anni sulla specie (come richiesto da Ispra). Invece no! Federcaccia, Liberacaccia, Enalcaccia, Anuu Migratoristi hanno voluto e preteso la chiusura al 31 gennaio (non Arcicaccia!) affidando il calendario al Tar. E se poi succederà come è accaduto in Emilia Romagna, con tutta probabilità noi cacciatori marchigiani ci vedremmo chiudere la stagione a beccacce al 31 dicembre. La stessa cosa vale per l’arco temporale sforato per colombaccio e alcuni anatidi. O preapertura o caccia fino al 31 gennaio, questa è la scelta da fare, non altre utili solamente a vendere fumo e a illudere i cacciatori. Tutto non si può e non è Arcicaccia a dirlo, ma la Corte costituzionale, i Tar, il Consiglio di Stato, ossia la legge.
Quindi, in sostanza, quali sarebbero le vostre tanto sbandierate battaglie a sostegno della caccia e dei cacciatori?
Arcicaccia invece che vendere fumo, preferisce ascoltare la voce dei cacciatori: chi si è rivolto a noi ha chiesto prima di tutto di mettere in sicurezza la prossima stagione di caccia evitando interruzioni anticipate. Arcicaccia non disconosce il valore delle istituzioni, né quello delle regole, ma cerca, attraverso i buoni rapporti, basati su onestà e rispetto, di costruirsi una rete di collegamenti utili al suo mandato nell’interesse della caccia. Lasciamo parlare i fatti: il parere di Ispra rispetto alle giornate aggiuntive da appostamento dello scorso calendario delle Marche è stato positivo ed è arrivato dopo soli tre giorni dalla richiesta; ciò ha permesso alla Regione di fare una nuova delibera per reintrodurre la seconda giornata da appostamento nei mesi di ottobre e novembre 2023. Certo questo non è stato un risultato ottenuto grazie ai “buoni rapporti” di alcune associazioni con le Istituzioni.
L’obiettivo di Arcicaccia Marche è quindi sempre lo stesso. Valorizzando il più possibile, nel quadro normativo in essere, tutte le cacce, la nostra associazione punta non solo alla stabilità del calendario venatorio, ma anche alla migliore gestione venatoria delle specie selvatiche e di quelle problematiche, oltre che alla conservazione dei nostri meravigliosi territori di caccia. Uniamo i cacciatori su questi temi. Noi ci siamo e voi?

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