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Arci CacciaUmbria: Dove sono le Beccacce?

 

Siamo alla fine del mese di dicembre, la migrazione vera e propria della beccaccia è ormai conclusa ed è possibile iniziare a tracciare le linee del bilancio conclusivo della stagione.

Parlando con i cacciatori da ogni parte dell’Umbria quest’anno la regina, in molte zone dell’Umbria e della Penisola si è fatta desiderare come non mai, nel parlare con i cacciatori ognuno ha la sua teoria e le sue motivazione si ritrovano anche in antichi detti popolari, la situazione climatica dei mesi di ottobre e della prima parte di novembre ha fatto sicuramente la sua parte, la siccità che è perdurata per molto tempo non ha permesso allo scolopacide di trovare terreni “buoni” per la sosta e lo svernamento.

Però ci sono anche altre motivazioni che hanno un fondamento scientifico, notizie che ci arrivano dai cacciatori d’oltre alpe, ma anche da ricercatori dei paesi dell’Est, che ci informano sulle difficoltà riproduttive che ha avuto la beccaccia nei luoghi di nidificazione.

Infatti stando alle informazioni divulgate, dai monitoratori della specie della Russia occidentale, quest’anno ha fatto registrare la percentuale più bassa degli ultimi dieci anni dal punto di vista riproduttivo, in quanto la situazione climatica al momento della schiusa delle covate non è stata favorevole tale condizione sta trovando conferma anche nei dati raccolti in Francia e Regno Unito.

Preoccupa in particolare il fatto che la proporzione dei giovani dell’anno inanellati nella Russia centrale nel mese di settembre/ottobre 2017, quindi a ridosso della migrazione autunnale, sembra essere la più bassa degli anni 2000, compresi gli anni caratterizzati da forte siccità (2002/2003 e 2010/2011).

Ci sembra quanto mai importante informare i cacciatori di quanto sta accadendo alla specie, anche se cicli di alti e bassi ci sono sempre stati e sempre ci saranno, ma è importante sensibilizzare i cacciatori su queste tematiche, in quanto ne va del futuro della specie. preservare i contingenti riproduttivi è quanto mai importante dal punto di vista della conservazione della specie e darebbe anche un segnale importante che i cacciatori sono una componente importante della gestione della fauna.

L’Arci Caccia Umbria invita i cacciatori ad una drastica diminuzione dei prelievi, in particolare se si dovessero ripetere le condizioni climatiche dello scorso gennaio ed in più sarebbe quanto mai auspicabile che in caso di ondate di freddo anomalo la Regione si impegni ad applicare correttamente il protocollo gelo, ovvero sospendere la caccia nei periodi di freddo particolarmente intensi e con temperature per giorni al disotto dello zero, condizioni queste che rendono ancora più vulnerabile la specie.

Arci Caccia Umbria

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