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Sorrentino: cordoglio per la nuova innocente vittima…. Del cinghiale.

In merito alla notizia della morte del motociclista accaduta a Roma in un incidente stradale causato da un cinghiale il Presidente Nazionale dell’Arci Caccia Sergio Sorrentino ha dichiarato: “L’indugio perenne è complice di questo incidente. L’Assenza della politica non è più sostenibile, ora questa faccia il suo dovere, altrimenti si renderà sempre più responsabile di questi accadimenti. Della carenza delle leggi necessarie sono colpevoli gli uomini e non i cinghiali. Questa specie, e non solo questa, è da tempo fuori controllo. Ci vuole una norma che non sia subalterna alla paranoia animalista che ha falsato la realtà. Logore esternazioni prive di ogni fondamento e di elementare ragionevolezza hanno manipolato ad arte la tradizione venatoria italiana per inventare un cacciatore nemico immaginario della società e dell’ambiente. Un Falso. L’ideologico fanatismo e fondamentalismo animalista, se avallato, colpisce sempre in maggior misura interessi vitali del Paese. I parchi sono importanti e utili. L’ARCI CACCIA è protagonista e in prima fila per incentivare le politiche di tutela e conservazione del bene comune e della biodiversità. Purtroppo qualcuno usa le aree protette solo per piazzare l’ambientalista di turno. Magari raccomandato e “taroccato” da rappresentante dell’ISPRA, senza curarsi minimamente se possieda o meno titolo di idoneità alla carica. Basta essere in grado di boicottare le risposte che, solo l’equilibrio e la saggezza, possono dare alla necessità ineludibile di controllo e riduzione del cinghiale. Se la mala gestione faunistica ha visto in passato cattiva politica e domanda venatoria commettere gravi errori, ora però occorre recedere da tutte le vecchie pratiche, infelici e lesive degli interessi prioritari dell’agricoltura e del Paese. E’ così che il fucile, salvo stupidaggini, rappresenta una tecnica di contenimento e selezione tra le più efficaci, utili e mirate. L’unica in grado di salvaguardare le altre specie. Il Parlamento sta discutendo la Legge di modifica della normativa delle aree protette. L’augurio che ci sentiamo di fare è che il legislatore non si faccia strumentalizzare da mode decadenti, che sottovalutano i pericoli per la vita di donne e uomini.

Utilizziamo positivamente il cacciatore-selettore sotto la guida, quando scientifica, dell’ISPRA. Il cacciatore deve essere considerato per quello che è, una nuova energia di presidio del territorio agro-silvo-pastorale.

Serve ora aggiornare le regole per ridurre al più presto la presenza del cinghiale con i metodi efficaci già usati in tutto il mondo. Occorre bandire ridicole amenità e sciupio di risorse pubbliche per “cercare la luna nel pozzo pensando a metodi non realizzabili. La stregoneria animalista è il passato fallimentare e non il futuro”

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