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Veneto: innanzi tutto la trasparenza

Da tempo una sentenza del TAR del Lazio ha sancito cche per la visita di abilitazione al porto d’armi si debba andare presso una struttura medica abilitata. Non ci possono essere deroghe. In sostanza, i medici militari, non possono più rilasciare certificazione fuori dalle loro strutture. Non ci piace, abbiamo lavorato per migliorare la situazione, ma questa è la norma.

L’ ARCI Caccia del Veneto, ha dato quindi indicazione ai propri referenti territoriali e ai soci, di attenersi alle Leggi che disciplinano il rilascio di detti certificati. Per non rischiare di pregiudicare, parte della stagione venatoria abbiamo rivolto ai singoli cacciatori l’invito ad attivarsi nei tempi più celeri possibili.

Ci risulta invece che qualche altra associazione venatoria abbia operato in maniera diversa. Per questo fatto, pare, ci siano centinaia di Porti d’Armi bloccati nelle questure del Veneto, con un rallentamento del rilascio delle licenze anche per chi ha consegnato la propria documentazione secondo le regole.

Se quanto sta emergendo, anche da alcuni gruppi Facebook, fosse legato principalmente a comportamenti di una associazione, lo riteniamo di una gravità inaudita. Sono state imbrogliate persone in buona fede.

A tutela dei cacciatori verificheremo, con i nostri legali, se ci sono gli estremi per chiamare in causa i responsabili affinché vengano puniti.

Speriamo che quanto sta emergendo non abbia strascichi negativi sulle persone inconsapevoli e che il tutto si risolva, cambiando obbiettivo e distraendo l’attenzione sulla solita promessa di deroghe alle specie cacciabili in Veneto che, da più stagioni si reitera, ma di cui non si trova traccia nei fatti.

I cacciatori del Veneto sono stanchi di essere presi in giro!!

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