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Unità del mondo venatorio… Quando le firme le porta via il vento!

In merito al tema della rappresentanza negli ATC, il Vice Presidente Nazionale Giuliano Ezzelini Storti ha dichiarato:
“in questi giorni è in essere una diffusa e preoccupante ripresa dell’integralismo associativo nelle designazioni in corso, dei rappresentanti negli ATC.
Purtroppo si è lasciato nel cassetto l’atto costitutivo della FENAVERI che recita:
ATTESO che una efficace cooperazione volta ad esprimere unità di intenti dell’intera categoria dei cacciatori anche verso le Istituzioni, possa essere meglio realizzata attraverso una Federazione la quale, lasciando integre le identità di ogni Associazione aderente e la relativa autonomia organizzati va, preveda propri organi federativi centrali e territoriali, come indicato nello Statuto che del presente atto costitutivo forma parte integrante;
RITENUTO che, in relazione alle modifiche delle strutture amministrative locali, occorre affermare il principio che ciascuna Associazione aderente alla Federazione abbia diritto ad essere rappresentata in tutti gli organismi territoriali di settore, siano essi di nuova costituzione o derivanti da revisione legislativa; \
Parole non di poco conto, finalità importanti se perseguite. Invece si pensa che a rappresentare e governare gli ATC dovranno essere inutili solisti e non la plurale partecipazione dei cacciatori organizzati nei territori tramite le Associazioni Venatorie. La coralità unitaria, in particolare riguardo le firmatarie il patto della FENAVERI, dovrebbe essere un dogma inviolabile. Eludere l’accordo, riproponendo i limiti ed i danni che derivano agli ATC, dalla presenza di una sola Associazione Venatoria, ancorchè maggioritaria, non è lungimirante. Ai cacciatori questa storia della “maggioritaria” ha portato tante crisi negli Enti di gestione. Si è sbagliata strada e, anacronisticamente, la si vuole ancora perseguire. Poi la colpa è della legge, degli ATC, sempre degli altri! (La matematica dice, la prima responsabile è la “maggioritaria”).
Gli errori nella gestione, invece, li pagano tutti, agricoltori, cacciatori, istituzioni.
Dal documento sottoscritto sembrava consapevolezza degli organismi dirigenti nazionali l’esigenza della rappresentanza plurale, tanto da farne un punto preciso nell’Atto Costitutivo della FENAVERI. Torna il primato del territorio e dei suoi interessi, ci siamo detti nelle Regioni!
In Lombardia, in Veneto, nelle Regioni del Nord e non solo – vedi la Toscana, la “maggioritaria” dei documenti unitari fa carta straccia.
Si ritiene di parlare all’Europa, al Governo, al Parlamento con il risultato di contare per cifre vicine allo zero e si finge di non sapere che l’importanza dei cacciatori e delle loro Associazioni nei territori deriva dalla gestione ben fatta, è qui che si costruiscono i rapporti concreti con gli agricoltori. La preoccupazione, la paura del confronto del dibattito nelle sedi istituzionali della caccia è il segnale inequivocabile del decadimento delle Associazioni di cui è chiaro chi porta la maggiore responsabilità. E chi fa da solo, fa male.
A cosa servono allora i documenti che dichiarano impegni in tutta Italia? Dove si dovrebbero applicare, nell’aldilà, in altri continenti? A cosa serve parlare di FACE, di Europa e non governare i percorsi unitari in Lombardia?
L’unità di facciata, è come buttare la polvere sotto il tappeto…. Ciascuno se ne prenda la responsabilità, altro che vittimismo di fronte ai cacciatori!

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