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Campania: la Associazioni scrivono al Presidente De Luca per protestare dopo l’audizione con l’Assessore all’Agricoltura

“Finalmente questi cacciatori, mentre passano i loro giorni ad inseguire e mangiare selvaggina, non ritraggono altro frutto dal loro assiduo e faticoso esercizio, se non di divenire anch’essi altrettante bestie selvagge: ciò non ostante credono in sé stessi di condurre una vita regale!”
(Erasmo da Rotterdam, Elogio della Follia).

La citazione di cui innanzi, sebbene estrapolata dal ben noto saggio di satira allegorica risalente al lontano 1509, risulta essere, incredibilmente, attuale, poiché, con ogni evidenza, riassume la dominante <quanto errata> concezione in tema di attività venatoria.
Purtroppo, tale convinzione, oltre che presso i ben noti salotti radical chic / animalisti, oramai da tempo, pervade la politica, condizionandone, in maniera significativa, l’operato a detrimento dei cacciatori, che, al pari di tutti gli altri cittadini, pure meritano il giusto rispetto e considerazione.
Nella giornata odierna, presso la Regione Campania, si è inteso confermare, ancora una volta, la lontananza della politica dal mondo venatorio e dalle sue legittime istanze, condivise, da ultimo, anche dagli agricoltori che, unitamente ai cacciatori, vivono, quotidianamente e direttamente, il territorio, avendone pena per la sua cura e conservazione.
Irragionevolmente, non si è voluto prendere atto del profondo cambiamento che, oggigiorno, permea il mondo venatorio ed i suoi rappresentanti, cui, anacronisticamente, da più parti, viene contestato di ritrarre unicamente “frutto dal loro assiduo e faticoso esercizio”.
Non si comprende il motivo che induce, ancora, ad ignorare il profondo interesse che il moderno cacciatore nutre per una corretta <e reale, anzi realistica> gestione del territorio e della fauna selvatica, il tutto in stretta ed imprescindibile sinergia con il mondo agricolo.
Con ogni evidenza, la politica ancora non ha raggiunto quel grado di maturità / sensibilità necessaria a comprendere l’assoluta necessità di coinvolgere il mondo venatorio nelle attività di gestione del territorio e programmazione della caccia, accettandone la collaborazione, sia in campo tecnico che giuridico.
Passiamo ai fatti!
Nella giornata del tredici aprile 2021, allorquando l’Assessore all’Agricoltura della Regione Campania aveva accettato una richiesta di audizione, in videoconferenza, avanzata dalle scriventi
AAVV, si era ingenerata in queste ultime l’illusione che, finalmente, si stava materializzando quell’agognata, virtuosa, collaborazione tra la politica ed il mondo della caccia.
Purtroppo, l’illusione è svanita in meno di quindici minuti, il tempo che l’Assessore all’Agricoltura della Regione Campania ha ritenuto di dover dedicare alle AAVV, dalle ore 14:45 alle 15:00, sebbene l’audizione fosse programmata per le ore 14:00, allorquando i richiedenti erano già, puntualmente, collegati.
Ancora una volta, la politica ha ritenuto di non accettare l’offerta di collaborazione, in tema tecnico / faunistico, attraverso gli istituti di cui sono dotate le maggiori AAVV, come pure la richiesta di non introdurre ulteriori, insensate, restrizioni nel redigendo calendario venatorio, sollecitando il suo adeguamento a quelli delle regioni viciniori.
L’Assessore all’Agricoltura, senza concedere possibilità di replica ai rappresentati delle AAVV, poiché, more solito, a suo dire atteso da ulteriori improrogabili impegni, si è limitato ad osservare che la Regione Campania intende applicare, nella sua massima estensione, il cd. principio di precauzione, manifestato una disponibilità al confronto che, poi, non ha trovato concreto riscontro / seguito.
Infatti, benché, nel corso dell’audizione fosse assistito dai suoi numerosi collaboratori / esperti in materia di caccia, nonché personale amministrativo del settore, l’Assessore si è ben guardato dall’individuare, tra questi, il soggetto incaricato di avviare un dialogo con il mondo venatorio.
Ulteriore conferma del tempo avverso che si prefigura per la caccia si rinviene nel comunicato diffuso dall’Assessorato all’Agricoltura in data odierna laddove, in maniera ondivaga, da un lato, parrebbe, venga riconosciuto al cacciatore un significativo ruolo nella tutela della natura, dall’altro si afferma: “il mondo venatorio abbia il coraggio di avviare un cambiamento e un ripensamento, anche sulle formule e i tempi di prelievo che ad oggi sembrano insuperabili tabù. Tali ripensamenti e riproposizioni non devono avere il sapore della sconfitta del mondo venatorio rispetto alle pretese dell’ambientalismo più radicale…”.
Quindi, restrizioni e limitazioni <ulteriori>, netto rifiuto ad un confronto con le AAVV ed il mondo agricolo, ma, di contro, sicuro accoglimento delle istanze del mondo animalista.
Non si comprende, infine, il motivo per il quale, a dire dell’Assessore, la necessità di dotare la politica venatoria del “carattere di innovazione e di proiezione futura” sia imprescindibile dall’introduzione di ulteriori limitazioni, ma ben può fare a meno dall’accoglimento delle sensate e scientificamente provate istanze provenienti dal mondo della caccia.
Con ogni evidenza, la Regione Campania abbisogna di valida e competente consulenza in materia faunistica, oltre che giuridica; è noto che la deliberazione della Giunta Regionale della Campania del 29.12.2020, recante “Modifica Calendario Venatorio 2020/2021 (DGR n. 322 del 30.06.2020); Approvazione variazione: “rimodulazione dei periodi venabili anche oltre i termini fissati nel calendario venatorio attualmente in vigore per quelle specie per le quali la normativa nazionale lo prevede (L. n. 157/92, art. 18)”, su ricorso proposto dal WWF, è stata annullata dal TAR Napoli che ha rilevato un clamoroso errore procedurale, in particolare “… la violazione del principio del giusto procedimento, in quanto la modifica apportata al calendario venatorio per mezzo dei provvedimenti impugnati non può essere adottata senza seguire il medesimo procedimento prescritto per la sua approvazione, e quindi “sentito l’ISPRA ed il CTFVR”, che, nel caso di specie, non sono stati convocati…” (cfr. TAR Napoli, ord. cautelare n. 187/2021 del 27.01.2021). L’ordinanza de qua è stata, successivamente, confermata con sentenza n. 2394/2021, pubblicata il 14.04.2021, laddove trova ulteriore conferma l’errore procedurale posto in essere dalla Regione Campania, atteso, in merito, si legge: “È infatti fondato il primo, assorbente, motivo, essendo stato chiaramente violato il disposto del comma 1 dell’art. 24 della l. r 2672012, in base al quale “ la Giunta regionale, sentito l’ISPRA ed il CTFVR di cui all’articolo 8, entro e non oltre il 15 giugno, pubblica il calendario regionale ed il regolamento relativo all’intera annata venatoria per i periodi e per le specie previste dall’articolo 15, con la indicazione del numero massimo dei capi da abbattere per ciascuna giornata di caccia.” La disposizione richiamata è certamente applicabile, trattandosi di normativa regionale, speciale rispetto a quella nazionale, richiamata dalla difesa della Regione (che è singolare che cerchi di disattendere le norme da essa stessa approvate). Orbene, per il principio del contrarius actus, l’atto di modifica impugnato doveva essere sottoposto al medesimo procedimento seguito per l’adozione dell’atto originario, che aveva visto coinvolto il CTFVR”.
Le scriventi AAVV, assolutamente esterrefatte a fronte della disinvolta facilità con cui, sistematicamente, si mortifica la dignità dei Cacciatori, vigileranno con la massima attenzione sull’operato della Regione Campania, riservandosi di richiedere, se necessario, alla competente Autorità Giudiziaria di valutare la legittimità e legalità degli adottandi atti / provvedimenti.
Valuti l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania di dare corso ad un confronto con le AAVV, sereno e paritario, al fine di connotare, realmente, la politica venatoria del “carattere di innovazione e di proiezione futura”, preconizzato nel comunicato diffuso in data odierna.
In mancanza, il cacciatore, essendo anche cittadino ed elettore, non potrà esimersi dal valutare, in maniera oltremodo negativa, tale <ostile> atteggiamento di chiusura.

 

ARCI CACCIA, ANLC, FEDERCACCIA, ENALCACCIA,ITALCACCIA E ANUU DELLA CAMPANIA

 

Alleghiamo la lettera

lettera – protesta per audizione del 13.04.21

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