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ARCI Caccia Pre-aperture. Si può fare di meglio. Però….

 

 

Si avvicina sempre con più certezze la prima apertura della stagione venatoria 2017. Il 2 settembre lo prendiamo come data emblema del ritorno a caccia.

L’Approccio strumentale degli ambientalisti dei NO caccia, ha dimostrato tutti i limiti delle esagerazioni che rappresentano. Riproporre la questione ambientale attraverso la maniacale volontà di fare della caccia il male assoluto non fa più breccia, e la stessa opinione pubblica, vaccinata alle provocazioni non si lascia tirare per la giacca. L’ARCI Caccia aveva sollecitato l’attenzione delle Regioni alle questioni della pre-apertura con lettere e comunicati della Presidenza Nazionale e dei Presidenti regionali.

L’intervento a gamba tesa dell’ISPRA delle ultime ore che ha provato a fare da sponda a richieste ideologiche prive di fondamento scientifico ha trovato le Regioni questa volta  in gran parte accorte a non subire forzature improprie. Ha ben funzionato anche una rete di consultazioni informale tra gli assessori delle Regioni responsabili.

Il quadro delle Regioni del sud del centro e del nord che applicano la pre-apertura è un segnale importante al quale l’intero mondo venatorio deve guardare con attenzione per trarre insegnamenti per il futuro.

Se una lezione viene dall’incertezza che si reitera ogni anno per le “aperture”, è imparare che occorre un più forte e stabile coordinamento tra Regioni confinanti per i calendari venatori, per le attività di gestione e controllo faunistico con il coinvolgimento delle Province che sono li e talvolta con competenze di polizia anche venatoria e poi degli ATC e dei CA e dei portatori d’interesse in primis agricoltori e mondo venatorio.

Indipendentemente da riforme istituzionali, una più forte collaborazione tra le Regioni e la costruzione di un pensiero che raccolga comuni culture e che corrisponda alle esigenze di governo dell’attività venatoria porrebbe un argine forte alla demagogia e alla propaganda animalista anti rurale. Leggi armoniche per grandi aree omogenee, abusiamo del termine per macro regioni: sud centro, nord (isole a parte), sarebbe anche un passo innanzi per la reciprocità dei rapporti e la mobilità venatoria.

Ora è il tempo delle emozioni dell’alba dell’apertura. Il tempo corre inarrestabile, malgrado i tanti per ora uccelli del malaugurio in circolazione.

Fin d’ora un grazie agli agricoltori che ci ospiteranno. Rispettiamo il lavoro. Ricordiamo anche che la prudenza non guasta mai. Il caloroso fraterno in bocca al lupo dell’ARCI Caccia a tutti, tutti i cacciatori.

 

Roma, 29 agosto 2017

 

La situazione delle preaperture

 

Quasi tutte le regioni prevedono l’esercizio della caccia precedentemente all’apertura generale. Protagoniste di queste prime giornate di caccia, un po’ ovunque, la tortora e i corvidi, a cui si aggiungeranno in alcune regioni il colombaccio, lo storno e il merlo. Quest’ultimo e il germano, sono stati eliminati dall’elenco in Toscana dopo l’arrivo della nota dell’Ispra che invitava le Regioni a prendere i provvedimenti necessari a preservare gli animali più colpiti dalla siccità. Questo ha portato anche ad una riduzione d’orario, si caccerà fino al primo pomeriggio in Toscana, Umbria e Lazio. Tutto dovrebbe procedere come previsto in Veneto, Campania e Sicilia. In Emilia Romagna, proprio stamattina è previsto un incontro tra le Associazioni Venatorie e gli uffici regionali con, all’ordine del giorno, la famigerata nota dell’Ispra.

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