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Arci Caccia Pistoia sulle modifiche al regolamento del capriolo dell’ATC 11

Inviamo agli organi di stampa le osservazioni inviate dalla nostra associazione all’ATC 11 per quanto riguarda la delibera del nuovo regolamento del capriolo. Come sempre abbiamo analizzato con equilibrio quanto propostoci, ma questa volta riteniamo rendere pubbliche le nostre idee in maniera integrale. Purtroppo, nella precedente occasione dell’approvazione del regolamento del cervo, è successo un disguido che ci ha lasciato un po’ di amaro in bocca. Molte delle nostre osservazioni sono state accolte e ne siamo lieti, ma purtroppo a corredo della delibera, è stato allegato soltanto un documento a firma dell’associazione che controlla l’ATC. In parte coincidente con le nostre idee, in parte decisamente no (vedi parte sul Padule di Fucecchio vocato al cervo). Per questo riteniamo opportuno rendere pubbliche le nostre osservazioni in anticipo, in modo che, se anche questa volta, verranno rese note solo quelle targate Federcaccia i cacciatori potranno conoscere il pensiero di Arci Caccia tramite altri canali.

Il Direttivo Provinciale di Pistoia

 

– All’attenzione del Comitato di gestione dell’ATC

Da una prima lettura del Disciplinare invio, per conto dell’Associazione Arcicaccia di Pistoia
alcune osservazioni di merito al Disciplinare per la caccia di selezione al Capriolo, Daino e
Muflone:

“Premesso che c’era un impegno dell’ATC a semplificare i vari Regolamenti appare come
quest’impegno sia stato assolto in parte e anzi in alcuni casi alcune norme vanno in senso
contrario e per quanto ci riguarda non condivisibili, In particolare:

Art. 6 e Art. 7 – La localizzazione delle altane, tramite il gestionale informatizzato
va bene mentre per i punti sparo troviamo questa norma non conforme al principio
della semplificazione sopra ricordato e un adempimento burocratico che si può
evitare;

Art 9  e Art.10 – E’ stata accolta e condivisa la richiesta di abolire i censimenti a vista
nel DDG conservativo, per la realtà del territorio da censire, ma in contemporanea
con l’art. 10 c’è l’inserimento di una prestazione d’opera  obbligatoria anche per coloro
che hanno effettuato tutti i censimenti previsti. Quando invece la prestazione d’opera,
certamente  utile, dovrebbe servire a recuperare le assenze giustificate ai censimenti.

Art.11- La prova di tiro diventa facoltativa e premiante per chi la effettua, quindi non più
obbligatoria dando il segnale che nei fatti questa non serve,  e se l’ ATC ritiene che questa
non serva per il prelievo in selezione, visto, appunto che è facoltativa, tanto vale abolirla
tanto il cacciatore diligente e interessato la può fare senza l’eventuale premio per la sua
graduatoria.
Comunque,  nel caso che invece si ritenga utile la presentazione della prova di tiro, questa
deve essere obbligatoria e va fatta per il vero scopo di questa, e cioè verificare la corretta
taratura   della carabina  e/o per tutte le carabine che si utilizzano, dato che è ovvio che la
prova serve a verifica della corretta taratura e non a misurare l’abilità del cacciatore al
tiro, visto che, tra l’altro, una non corretta taratura può annullare anche l’eventuale abilità.

Art. 20 – Non viene citato alcun obbligo per la sbiancatura dei crani e la loro conservazione
per le teste dei maschi visto che possono essere utilizzate per eventuali mostre dei trofei,
mentre va bene non prevederla per i piccoli e le femmine.
Si introduce la norma, secondo il nostro parere, da modificare, che obbliga il cacciatore   a conferire tutti i capi al Centro di Controllo, quando era sufficiente per chi non lo conferisce alla filiera, il controllo diretto da un Rilevatore biometrico o in alternativa la conservazione   della testa per eventuali controlli.
Questa norma complica di non poco il comportamento del cacciatore e i compiti da adempiere,
e crea un’ aggravio pesante, sia al responsabile del centro, che ai rilevatori per quanto previsto   anche al  successivo art. 22.
Una norma che può avere ripercussioni negative sul prelievo ( per eventuali abbandoni da parte   di cacciatori che si potrebbero ritirare dal prelievo per una disciplina, burocratica   e inutile, già ci sono alcuni pronunciamenti in questo senso).
Nello stesso tempo questa norma può incidere negativamente sulle disponibilità dei biorilevatori   ( già scarse) per gli oneri e per l’impegno previsto, che va ben oltre alle disponibilità fino ad   oggi a loro richieste.


Disponibili per chiarimenti e con l’auspicio che queste nostre osservazione trovino attenzione e
accoglimento, porgiamo

Distinti saluti.

p. L’ Arcicaccia Provinciale
( Roberto Mati )

Alleghiamo la bozza inviataci dall’ATC 11

Bozza_disciplinare prelievo selettivo ungulati_ATCPistoia_rev03 (2)

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