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Arci Caccia Friuli: Molta insoddisfazione per la nuova legge sulla caccia targata Fidc-Regione

Troppo trionfalismo sulla nuova legge in materia di caccia in Regione Fruili Venezia Giulia. Anche se la “musa” ispiratrice è stata un’associazione, la Federcaccia, che dice di rappresentare il 70% dei Friulani con la passione della Dea Diana, è proprio vero il detto, anche questa volta più di altre: l’elefante  ha partorito un topolino. Meglio premiare i piccoli a questo punto?

Leggi sbagliate o peggio ancora inutili e illegittime.  ARCI Caccia si prepara a una nuova battaglia dopo l’approvazione in Regione delle norme in materia venatoria con un obiettivo: difendere la dignità dei cacciatori. Non abbiamo bisogno di nasconderci dietro una legge, così come appare dalle norme approvate, per rivendicare il nostro buon diritto di esercitare l’attività venatoria. Si evince dalla legge, infatti, che il pubblico ufficiale non possa esaminare il tesserino regionale di cui è dotato ogni cacciatore, al di fuori dell’attività di caccia. Perché? Ebbene, noi sosteniamo che chi nulla ha da nascondere non debba temere alcun controllo, dentro o fuori dalla caccia. Di più: affermiamo che la vigilanza è scarsa e spesso mal organizzata.
Richiedere l’intervento del cacciatore per abbattere un animale ferito sul bordo della strada potrebbe essere una mossa azzeccata, così come era stata configurata e messa in atto dalla Provincia di Udine (convenzione sottoscritta da Prefettura, Questura, organi di polizia), ma in quel caso era stato previsto che l’abbattimento fosse subordinato al nulla osta del veterinario. Ora invece si lascia libero arbitrio al cacciatore con il rischio di incorrere in gravi violazioni ed equivoci con gli organi di vigilanza forieri di conseguenze anche penali.
Forse la Regione non ha tenuto presente nella redazione della nuova legge l’esistenza dell’Ispra (Istituto superiore protezione ricerca ambientale) che è la più alta autorità nazionale in materia venatoria e più volte intervenuta censurando l’attività della Regione. Caccia con il segugio ai cervidi anche su terreni innevati, caccia al cinghiale allargata a quattro ore prima dell’alba e dopo il tramonto (e ci devono spiegare con quali occhi il cacciatore appostato individua la preda e l’abbatte a meno di non ricorrere a mezzi allo stato vietati):  entrambi i casi sono in contrasto con la legge nazionale 157 e le indicazioni vincolanti dell’Ispra (facile a questo punto ipotizzare ricorsi e fin d’ora annunciamo anche il nostro).
L’ARCI Caccia (“Compagni della natura”), in attesa del testo completo, ribadisce la volontà di tutela dei cacciatori da iniziative inutili e dannose, di legalità e sostegno alle indicazioni degli Istituti di ricerca con i quali collabora e le cui indicazioni ispirano l’ azione venatoria.

Un’ultima nota politica: i proponenti e sostenitori di queste norme hanno ringraziato la presidente della Regione “senza l’impegno della quale – affermano – anche in contrapposizione a molti della sua maggioranza,  non ce l’avremmo fatta”. Vorremmo sapere quale ruolo ha avuto Debora Serracchiani e quali argomenti abbia utilizzato per convincere i consiglieri recalcitranti.

Graziano Busettini

Presidente Regionale Friuli Venezia Giulia

ARCI Caccia

Giuliano Ezzelini Storti

Vice Presidente Nazionale 

ARCI Caccia

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