40 anni della Prociv Arci le riflessioni di Domenico Pitimada ed Osvaldo Veneziano
I festeggiamenti per i primi quarant’anni della ProcivArci alimentano la riflessione all’interno dell’Associazione. Pubblichiamo i contributi portati alla discussione da Domenico Pitimada, Presidente Arci Caccia Vibo Valentia, federazione da sempre impegnata nelle attività di volontariato, e Osvaldo Veneziano:
Così scrive Pitimada: 40 anni dalla fondazione della Prociv Arci. Quante emozioni, pensando a quell’evento del febbraio 1984. La geniale e previgente idea di alcuni dirigenti Arci Caccia, che avevano intravisto la necessità di “rinforzare” e meglio “organizzare” un servizio di “tutela” della popolazione, aggregando i volontari in “struttura organizzata” e, possibilmente, permanente e ”formata” per essere efficiente ed efficace. Per soccorrere in post-emergenza, ma soprattutto nel campo della prevenzione. Tre anni prima si era consumata la “Tragedia Vermicino”. 10 giugno 1981, tre giorni nei quali, incollati davanti alla televisione, abbiamo seguito e sperato che i soccorritori, forze dell’ordine e volontari, sarebbero riusciti a salvare il piccolo Alfredino Rampi. Purtroppo non fu così. Quel tragico evento sviluppò critiche e dibattiti in Italia. Fu probabilmente l’incipit per organizzare la Protezione Civile, che nacque solo nel febbraio 1992, con la legge n* 225: ben undici anni dopo i fatti di Vermicino e otto dalla fondazione della Prociv Arci, fortemente voluta dai tanti delegati presenti in quel giorno. All’evento fondativo partecipò Elveno Pastorelli, responsabile della nascente Protezione Civile nazionale, sollecitata anche dal Capo dello Stato Sandro Pertini, a seguito dei fatti di Vermicino. Partecipavamo all’assemblea fondativa delegati di tutte le regioni, animati da forte entusiasmo costruttivo per offrire, creare uno “strumento operativo” di aiuto alle persone bisognose, di prevenzione e cura delle tante e varie necessita, delle genti e del territorio, mirate alla tutela della vita umana, animale e vegetale. Uno strumento “nuovo”, tutto da “inventare” sulla scorta delle rispettive “conoscenze” e “idee” di ciascuno. Così come, a mio parere, innovativa è stata la scelta di essere E. T. S. Emozione e bei ricordi, scorrendo i nomi su Politica Venatoria, altro “pezzo” della nostra storia; molti, tra quei compagni, non ci sono più. Nel quarantennale dell’evento, credo, dobbiamo ricordarli, ed essere grati, per l’idea avveniristica realizzata e, nel tempo, dimostratasi fondamentale per la salvaguardia del benessere. Grazie, Osvaldo, per avercelo ricordato.
Così risponde Veneziano: Caro Domenico la gratitudine e il merito vanno a quel gruppo dirigente che non si limitò a gestire il presente ma progettò con abnegazione e alta coscienza civica mise il proprio volontariato al servizio di un paese migliore solidale anti egoista. Costruivamo consapevolmente il futuro con il sostegno della società civile progressista della confederazione Arci da soci , dirigenti ambientalisti praticanti anche l attività Venatoria. Il ricordo sentito a quanti non ci sono più e guidarono senza se quel percorso. Donne e uomini antesignani del terzo settore, del pacifismo delle battaglie per l’ emancipazione, per i diritti umani civili, sociali. Ancora grazie per gli insegnamenti ancora attuali che possono illuminare la impervia ma necessaria strada per un mondo migliore per tutti, agendo coerentemente in ogni settore per debellare il male del corporativismo, dell’indifferenza. Scriveva Carlo Fermariello mutuandolo dalla sua straordinaria esperienza sindacale e politica: passare sempre dal particolare agli interessi generali del paese. È sempre il tempo di progettare ponti verso la società mai quello di erger barricate costruire fortini, gli assediati hanno una sola prospettiva, lo scrive la storia: capitolare.